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Grande Guerra Trek: comm mina Col di Lana di stefano alinovi il 07/08/16 alle 05:05

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Distanza
17.39 Km
Durata
05:38:10
Velocità media
3.09 Km\h
Dislivello positivo/negativo
+1236 / -621 m
1 Salita Passo Valparola 10, Armentarola 6.09 Km 01:44:14 +665 m. dettagli »
2 Salita Località Livinè 113 0.83 Km 00:23:40 +208 m. dettagli »
3 Discesa Località Livinè 96 1.22 Km 00:40:10 +19 m. dettagli »
4 Discesa Passo Valparola 2.43 Km 00:42:50 +30 m. dettagli »
5 Salita Passo Valparola 1.06 Km 00:22:00 +111 m. dettagli »
 

Partenza05:05:37
Arrivo14:47:37
Durata allenamento09:42:00
Velocità max18.36 Km\h
Altitudine1553-2463 m
Bicisalomon
AttivitàEscursionismo

La grande mina italiana che permise al ns esercito di conquistare la cima del Col di Lana fu fatta brillare il 17 Aprile del 1916. Ovviamente in quella data è difficile poter salire sulla cima per una commemorazione. Tempo e neve la rendono difficile. Per diversi motivi la commemorazione ufficiale del fatto, con cerimonia di riconciliazione fra truppe italaiane ed Austriache è stata fatta in data odierna. Ci interessava molto vvere questo momento solenne e quindi Flora ed io abbiamo deciso di salire per tempo al colle. Non ci sono autobus che partono la mattina presto per il Falzarego, quindi siamo partiti piedon piedoni alle 7. Temperatura decisamente invernale (3°C) ma cielo splendidamente sereno e terso, dolomiti in grande spolvero (col vestito della festa). Saliamo fino alla cresta dei Pralongià. poi deviamo a sinistra e passiamo sotto i Settsass fino alla forcella del Sief e poi risaliamo la cresta trincerata del Sief, scendiamo percorrendo i resti della mina austriaca del dente del Sief, e risaliamo l'erta davvero erta del Col di Lana seguendo le vecchie postazioni fortificate. Sulla vetta erano presenti rappresentanze di entrambi gli esrciti, il vescovo di Gubbio e una folta rappresentanza di Egubini discendenti di soldati qui morti. Cerimonia davvero commovente e significativa. Dopo un frugale pranzo alpino (polenta e salsiccia) abbiamo iniziato la discesa verso Valparola. Scendendo abbiamo approfittato delle condizioni di tempo ideali per "rugare" dentro ogni grotta (ex postazioni). Poco distante dal sentiero un ragazzo ha scovato una vecchia bomba a mano inesplosa, che abbiamo rigorosamente evitato di toccare. Solo un sole abbagliante siamo arrivati al rifugio Valparola giusto in tempo per una radler.

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