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nuovi sentieri, cinghiali vecchi di stefano alinovi il 26/01/15 alle 08:41

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Distanza
44.89 Km
Durata
04:08:48
Velocità media
10.82 Km\h
Dislivello positivo/negativo
+1194 / -1118 m
1 Salita Via Milano 71, Salsomaggiore Terme 7.71 Km 00:42:28 +322 m. dettagli »
2 Salita Strada Statale 359 17 5.86 Km 00:51:58 +464 m. dettagli »
3 Discesa Strada Statale 359 2.5 Km 00:21:14 +35 m. dettagli »
4 Salita Strada Statale 359 26 2.15 Km 00:14:03 +112 m. dettagli »
5 Salita Strada Provinciale 30 12 2 Km 00:19:45 +155 m. dettagli »
6 Discesa Strada Statale 359 54, Pietraspaccata 8.88 Km 00:21:08 +7 m. dettagli »
 

Partenza08:41:31
Arrivo13:00:25
Durata allenamento04:18:54
Velocità max50.76 Km\h
Altitudine75-813 m
BiciMerida one-five-zero
AttivitàMTB

munito di GOPRO e della mia vecchia merida con pedali flat decido di andare a fare una cinghialata per eseguire le riprese di alcuni sentieri "nuovi" e altri, non nuovi ma mai filmati. La Merida è ancora affidabile ma pesante e con i pedali flat penso di fare parecchia fatica, quindi me la prendo comoda e pedalo con filosofia e criterio. In realtà, dopo la domenica di riposo, questa mattina sento che le gambe girano bene, ma non voglio dissipare tutte e subito, le energie. Devo salire al passo S.Antonio e di qui sul Kanate, e per farlo decido di cambiare strada. Anzichè percorrere le vie dei Tintori o dei Massari, arrivo fino a Ponte Grosso e giro verso case Cavallo. All'ombra fa piuttosto freddo e si scorgono dei bianchi fiocchi di neve depositati sull'erba da una lieve nevicata della notte o della prima mattina. Durante la salita al passo, è sempre più evidente la fioccata notturna. Con molta calma arrivo al passo e mi attrezzo moralmente alla dura salita verso la cima del Kanate. Con molta sorpresa mi accorgo di non avere difficoltà nella salita. Sempre dura...ma meno del previsto. Il fondo, duro per il freddo ed evidentemente spianato dal passaggio dei mezzi per la manutenzione alle antenne, aiuta me e la Merida nella progressione. Sbuffando come sempre arrivo in vetta. Nel tratto all'ombra la neve si è fermata e forma un candido straterello. Passo con tutta la leggerezza possibile per evitare scivolate inutili. < br >Dopo aver abbassato la sella (solo un pò) inizio le operazioni di discesa. Nei tratti all'ombra devo prestare attenzione a non scivolare sui sassi ghiacciati, nei tratti al sole devo difendermi dalla "litga" (argilla bagnata e scivolosa). Con attenzione arrivo al bivio e giro verso la direttissima. Dopo aver evitato la grande pozzanghera (si asciugherà forse questa estate) comincio la discesa del primo tratto. E' il pezzo più infido di questa via. Il solco creato dalle moto in salita e dall'acqua nella parte centrale del sentiero costringe il biker a esibizione di equilibrismo e prontezza di riflessi. Quando arrivo nell'avvallamento che separa il primo pezzo dalla parte centrale della discesa, anzichè salire giro a sinistra. Nell'immediato è difficile capire che questo è un sentiero...ma dopo pochi metri metri la via diventa evidente e niente male. Con l'amico Luca l'abbiamo percorsa sia in salita che in discesa. Stamattina sono fortunello...il freddo ha reso bella dura la pista e riesco a percorrere il sentiero senza sporcarmi. Anche il tratto nell'erba (che è in piano e spesso pieno d'acqua) mi lascia passare senza problemi. Grandissimo, mi faccio i complimenti da solo! Ora il sentiero sale dolcemente e mi riporta sull'ultimo tratto della "normale" Facendo attenzione a non scivolare scendo fino ai Boschini e qui inizio il sentiero (che prenderà il nome di 622a) che mi porterà a Varone. Dapprima si pedala su una bella carraia ( un pò sporca di rami rotti) poi la carraia si stringe e diventa single track stretto. Nei pressi della frana è necessario smontare dalla bici per superare una ripida salita, ma poi ci si lascia andare in una discesella simpatica e attraente. Ora il sentiero diventa pestata e abbandona il segnale della via sul gps. Seguo la pestata e dopo un pò riappare la strada ampia e bella. Un piccolo guado e un gradino da superare segnano la nuova scomparsa della strada. Seguo la pestata che si distingue nell'erba secca. Bici a mano mi inoltro fra le piante che mi lasciano passare. Dopo una trentina di metri sono fuori dalle piante e nell'erba seguo la pestata. Incrocio una pestata più consistente che scende dall'alto...dovrò andare ad esplorare..... Scendo e mi ritrovo a costeggiare una specie di laghetto con animali da cortile. La traccia c'è ma devo fare attenzione ai rovi. Le spine si agganciano al giubbotto e tentano di tirarmi fra loro. Capisco l'affetto....ma non sono un tipo socievole!! Ed eccomi su comoda carraia che scende per poi risalire in modo ripido. Sono in un gruppo di case. Da qui dopo una ripida salita arrivo presso la chiesa di Varone....Ora risalgo verso il passo di S.Antonio. Il pezzo più duro della risalita è fatto...di qui in poi è tutto ben pedalabile....Poi prendo la strada della costa fino sotto Mariano. Intanto l'aria si è fatta assai pungente e "sa di neve". brrrr.... Scendo, come sabato scorso lungo la borotalco usando i prati che bene accolgono le mie ruote. Il freddo ha cmq solidificato la terra dell'ultimo strappo e così non sporco la bici. Fino ad ora, stranamente il mezzo è ancora quasi pulito....stento a credere! Giusto per farmi male risalgo verso Mariano su quella cementata che arriva ad un gruppo di case...e poi per carraia proprio sotto la strada che sale al santuario di Mariano. E la salgo. La pietra della chiesa medievale risalta in modo splendido contro il cielo azzurro. Il sole però non scalda e l'aria ha sempre il profumo della neve....il freddo penetra nelle ossa e comincio ad accusare....Ho anche fame e mi sembra l'ora di rientrare. Ripercorro la strada della costa in senso inverso e scendo lungo la strada dei "mille pini" fino alla frana. Abbasso leggermente la sella e mi butto lungo i prati. In un avvallamento va a farsi friggere la verginità della Merida. Una pozza nascosta nell'erba sporca per bene , bici, cinghiale e GOPRO. Mi fermo un attimo per pulire Gopro ed occhiali e riparto. La goduria dura poco e in un attimo sono nei pressi della Baita. Ora scendo in strada...< br >Con il freddo nelle ossa, pedalando il più veloce possibile guadagno casa, doccia e pasta asciutta. Il gatto mi aiuta in questi duri, sani, momenti di ciclismo.

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